Tesi di Laurea - Corso di Laurea Specialistica in Management del Servizio Sociale ad Indirizzo Formativo Europeo - Relatore Prof. Giovanni Moro - Candidata Lucia Mazzuca 


Introduzione


“La democrazia è un sistema politico mutevole e insieme vulnerabile. Per rivitalizzarla oggi è indispensabile rappresentanza e partecipazione, economia e politica, famiglia e istituzioni.” (P. Ginsborg in La democrazia che non c’è.)


Ho scelto di riportare le parole di Ginsborg quali incipit del mio lavoro in quanto esse risultano particolarmente efficaci nell’introdurci all’impasse che le democrazie contemporanee stanno attraversando negli ultimi decenni. Si tratta di una crisi complessa, visibile in una molteplicità di aspetti i quali sembrano sempre più porsi in maniera problematica, nonché contraddittoria, rispetto ai meccanismi posti alla base del funzionamento delle moderne democrazie rappresentative. Basti pensare, senza pretese di esaustività, alla crescente disaffezione dei cittadini alla vita politica, al decremento della partecipazione elettorale, alla “erosione” della rappresentatività all’interno delle istituzioni e dei partiti politici, alla 2 conseguente e generalizzata sfiducia nei confronti di questi ultimi. Tali fenomeni, sinteticamente esposti, si pongono quali sintomi di una generale patologia che sembra oggi colpire, in maniera quasi indistinta, la capacità e l’efficacia delle democrazie di fronteggiare e dare risposte ai mutamenti e alle sfide che la modernità pone loro. Ciò che ho appena menzionato è stato e, tuttora, costituisce il terreno fertile su cui si è innestata, da diversi decenni, l’importante riflessione sui problemi e sui limiti della democrazia rappresentativa, riflessione che porta con sé un variegato panorama di proposte, di diversa portata, finalizzate a dare plausibili risposte in merito ai punti critici del funzionamento delle democrazie contemporanee.

Analizzare e trattare l’universo di tali proposte costituisce impresa senz’altro complessa e difficoltosa; compiendo una inevitabile, benché necessaria, semplificazione si può ragionevolmente considerare tra le più note e rilevanti proposte di riforma della vita democratica quelle concernenti la democrazia deliberativa e la democrazia partecipativa. Il fine che mi propongo attraverso questa trattazione è quello di tematizzare i due ambiti, facendo emergere punti comuni e divergenti, e cercando di cogliere soprattutto quegli aspetti che possono porsi come risposta incisiva agli “intoppi” manifesti e latenti, presenti nella prassi democratica.

Si badi bene: la focalizzazione su tali approcci non ha ragioni di considerare meno efficaci altri modelli di partecipazione (quali, ad esempio, la democrazia diretta); ai fini di questo lavoro si rende però necessaria una delimitazione dell’ambito altamente composito in cui gli approcci considerati si inseriscono. 
Lo stesso spazio in cui democrazia deliberativa e partecipativa sono comprese risulta essere estremamente vasto ed eterogeneo, in riferimento e all’ambito teorico-concettuale e a quello riguardante le numerose iniziative che vengono qualificate, da caso a caso, come partecipative o deliberative, per l'appunto . Pertanto tracciare un confine netto e preciso tra i due insiemi risulta compito assai arduo che rischierebbe, oltretutto, di arroccarsi su basi meramente teoriche o normative, distanti da ciò che si registra sul versante “pratico”. Ciò non preclude, tuttavia, la possibilità di analizzare a fondo i due ambiti, approfondendone elementi di comunione e discordanza, rintracciandone punti forti e criticità e, soprattutto, focalizzando l’attenzione su ciò che il nuovo modo di intendere la partecipazione del cittadino, leitmotiv fondante di entrambi gli approcci, possa (o non) apportare tangibilmente alla macchina democratica moderna, oggi visibilmente in panne. In questa direzione, prescindendo per il momento dai tratti peculiari caratterizzanti ciascun orientamento, è utile porre in risalto il nucleo, l’idea cardine che democrazia partecipativa e democrazia deliberativa condividono: si tratta, in breve, di una maniera nuova di pensare e realizzare la partecipazione del cittadino alla vita democratica attraverso forme di coinvolgimento attivo in questioni di rilevanza pubblica, le quali comportano la creazione di una dimensione in cui il cittadino stesso non risulta semplice appendice di processi decisionali appannaggio interamente del livello politicoistituzionale, bensì, in forme e modalità che variano da caso a caso, (co) protagonista di tali processi.
La meta cui tali approcci guardano è facilmente intuibile. “Essi intendono democratizzare la democrazia, darle sviluppi tante volte promessi, complementare - non sostituire- le sue realizzazioni classiche e provvedere sbocchi diretti o indiretti alla loro crisi”. (U. Allegretti, 2009).

Posta questa breve premessa, illustro qui di seguito come intendo strutturare la trattazione del tema:

- nel Capitolo 1 verrà illustrato, in linee generali, l’approccio della democrazia partecipativa. Si cercherà dapprima di tracciare i confini di quest’ultima entro il generale concetto di partecipazione che la comprende, per poi analizzare i principi e gli aspetti che caratterizzano il modello rifacendosi, in particolar modo, agli studi di Umberto Allegretti. Seguirà una riflessione sul carattere territoriale dei fenomeni di partecipazione, sulla loro proliferazione precipua negli ambiti locali della politica, per poi dare uno sguardo alle fonti normative italiane, europee e comunitarie che danno conto del fenomeno. Infine si analizzeranno quelle che sono le potenzialità e le criticità dell’approccio partecipativo, facendo riferimento e alla letteratura e ad alcuni studi di caso in merito.

- nel Capitolo 2 verrà esposta, in via generale, la teoria della democrazia deliberativa. Dopo aver specificato il significato del termine deliberare, si passerà ad una disamina dei principi che si pongono quali condicio sine qua non del modello, facendo riferimento agli studi di Luigi Bobbio, per poi giungere ad uno sguardo d’insieme sugli elementi che caratterizzano il setting deliberativo e sui principali strumenti che si utilizzano nell’ambito di questo approccio. Infine si analizzeranno gli aspetti innovativi e le 5 criticità insite nella teoria della democrazia deliberativa, facendo, anche in questo caso, riferimento alla letteratura in merito.

- nel Capitolo 3 infine si focalizzerà l’attenzione sul dato empirico. Si prenderà cioè in considerazione un campione di esperienze di partecipazione relative al contesto italiano, che verranno analizzate in base ad alcuni item comuni al modello partecipativo e a quello deliberativo, al fine di operare delle considerazioni di ordine generale su quelli che sono i tratti caratterizzanti dei fenomeni di partecipazione in Italia.


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